🔻 Reversal violento — S&P 500 da +1.9% a -1.1%, volatilità in aumento e oltre $2T evaporati dai massimi intraday
🤖 Nvidia non regge il mercato — utili forti ma niente “all clear” sul rischio; persiste incertezza su Fed e valutazioni
🛡 Coperture e posizionamenti difensivi — più short su ETF e futures, liquidità del book in forte calo
📈 Pattern storicamente rialzista — solo 8 casi simili dal 1957, con performance media positiva dopo
⚠ Sentiment fragile — focus su protezione del P&L e riduzione dell’esposizione
La giornata di giovedì sui mercati statunitensi ha segnato una brusca inversione di sentiment: nonostante un’apertura fortemente rialzista, l’S&P 500 ha invertito direzione passando da un +1,9% nelle prime ore di scambio a una chiusura in rosso dell’1,1%. È stata una delle più ampie oscillazioni intraday dall’ondata di volatilità di aprile, con il VIX sopra 26 e oltre 2 trilioni di dollari di capitalizzazione cancellati rispetto ai massimi della giornata.
Il dato più rilevante è che il selloff è avvenuto nonostante le trimestrali esplosive di Nvidia, che teoricamente avrebbero potuto fungere da catalizzatore per la continuazione del trend rialzista. Al contrario, i trader hanno accelerato la rotazione verso la copertura del rischio, segnalando un mercato più orientato alla protezione dei profitti che alla ricerca di nuove opportunità long. Tra le interpretazioni circolate: dubbi sulla possibilità della Federal Reserve di tagliare i tassi dopo dati macro contrastanti, valutazioni azionarie considerate particolarmente tirate e dinamiche tecniche che hanno spinto i fondi sistematici e quantitativi a vendere.
Secondo John Flood di Goldman Sachs, l’evento ha riattivato un “estremo focus sull’hedging dei rischi di affollamento”, con un aumento dell’attività short su futures, ETF e basket personalizzati. Contestualmente, la liquidità si è deteriorata: la profondità del book sull’S&P 500 è scesa sotto i $5 milioni, contro una media di $11,5 milioni nell’ultimo anno, amplificando gli spostamenti di prezzo.
Storicamente, movimenti di questo tipo sono rari: dal 1957 si sono verificati soltanto otto episodi in cui l’indice ha aperto con un rialzo superiore all’1% per poi chiudere negativo. In media, la performance nei giorni e nelle settimane successive è stata positiva, con guadagni superiori al 2% nell’arco di una settimana e circa +4,7% nel mese successivo.
Tuttavia, Flood sottolinea che questi eventi rappresentano momenti in cui gli investitori rivalutano le esposizioni e riducono il rischio piuttosto che rilanciare le posizioni. Il mercato sembra quindi ancora segnato dalle tensioni recenti, più orientato alla gestione del rischio che al momentum rialzista.
Questo rappresenta un ulteriore segnale di debolezza del mercato americano che si aggiunge a quello di Hindenburg evidenziato nello scorso articolo pubblicato il 13 Novembre. Da quella data l’S&P 500 ha perso circa il 4.5%. Nei momenti di ritraccio si riconoscono i trader più esperti, in grado di intercettare queste dinamiche prima che sia troppo tardi per trarne profitto. Vuoi migliorare le tue competenze?
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