Come il riarmo europeo ha acceso la corsa ai profitti nell’industria della difesa.
L’Europa sta ridefinendo il proprio ruolo geopolitico. Con il programma ReArm Europe – parte della strategia Readiness 2030 – la Commissione Europea e gli Stati membri hanno dato il via a un’ondata di investimenti senza precedenti nel settore della difesa, destinata a plasmare una nuova base industriale continentale. L’obiettivo è duplice: garantire la sicurezza collettiva e consolidare la sovranità tecnologica europea.
Le aziende più pronte a intercettare questo flusso di risorse sono i grandi gruppi della difesa del Vecchio Continente: Rheinmetall, BAE Systems, Leonardo, Thales, Saab, Hensoldt, Fincantieri e Dassault Aviation. Queste realtà, già protagoniste nel panorama NATO ed europeo, stanno traducendo i nuovi budget in ordini concreti, capacità produttiva e margini in espansione.
💶 ReArm Europe / Readiness 2030 mobilita fino a €800 miliardi di spesa aggiuntiva entro il 2030, anche tramite il fondo SAFE, destinato a finanziare programmi comuni di difesa.
🏗️ Flessibilità fiscale per i paesi UE: le spese per la difesa sono ora escluse parzialmente dai vincoli del Patto di Stabilità, incentivando gli investimenti nazionali.
🧭 Priorità strategiche: munizionamento, difesa missilistica, droni, sensoristica avanzata, cyber e capacità navali integrate.
📈 Effetto industriale: le aziende della difesa europea hanno riportato un’impennata di ordini, backlog e flussi di cassa, accompagnata da un’ondata di nuove assunzioni e M&A.
🧩 Autonomia strategica: l’obiettivo politico di lungo periodo è ridurre la dipendenza da fornitori extra-UE e consolidare un ecosistema industriale comune.
La tedesca Rheinmetall è oggi la punta di diamante del riarmo europeo. Pur con un Q3 2025 “muted” per problemi temporanei (ritardi nelle consegne e chiusura dell’impianto di Murcia), il gruppo si prepara a un Q4 record, con un’ondata di ordini legata ai nuovi budget della difesa tedesca.
Nel 2025 l’azienda prevede ricavi per €12,5 miliardi (+28%), EBITA di €1,97 miliardi, e FCF positivo per €1,4 miliardi. Rheinmetall si prepara a introdurre target 2030 ambiziosi, sostenuti da acquisizioni (Iveco Military Trucks, NVLS) e dalla dismissione dell’automotive.
Tra le commesse più rilevanti figurano il contratto con il Ministero della Difesa tedesco per la produzione di oltre 100 carri armati Leopard 2A8, l’espansione della capacità di produzione di munizioni da 155 mm per la Bundeswehr e la fornitura di veicoli corazzati Lynx a Ungheria e Repubblica Ceca. L’impianto di Unterlüß è stato potenziato per diventare il principale hub di munizionamento europeo.
Rheinmetall si conferma il principale produttore europeo di sistemi terrestri e munizioni, con una pipeline che potrebbe superare i €60 miliardi entro il 2026.
BAE Systems consolida la sua posizione di leader europeo della difesa con un portafoglio ordini senza precedenti. Il gruppo ha in corso programmi strategici di lungo termine, tra cui:
- Il Global Combat Air Programme (GCAP), sviluppato con Italia e Giappone, destinato a produrre il primo caccia europeo di sesta generazione entro il 2035.
- La costruzione delle nuove fregate Type 26 per la Royal Navy e la Marina canadese, con commesse che superano i £6 miliardi.
- Il programma Dreadnought per i sottomarini nucleari britannici, in collaborazione con Rolls-Royce, del valore stimato superiore a £20 miliardi.
- La partnership AUKUS, che fornisce sottomarini e tecnologie di propulsione nucleare all’Australia.
Il gruppo registra ricavi 2025 di circa £30 miliardi con margini in espansione, grazie anche all’automazione delle linee di produzione e al rafforzamento dell’integrazione digitale dei suoi stabilimenti. BAE Systems è anche attiva in programmi congiunti per sistemi radar e sonar con Thales e Leonardo, e nell’elettronica di difesa con forte orientamento ai sensori e all’intelligenza artificiale applicata.
Leonardo rappresenta una delle storie di maggiore crescita del comparto europeo. Nel terzo trimestre 2025, il gruppo ha registrato ordini per €6,2 miliardi (+40%), sostenuti dal contratto Typhoon Kuwait (€1 miliardo) e dal rinnovo di commesse per l’elettronica di difesa e i sistemi radar terrestri e navali.
Leonardo è al centro di programmi europei come GCAP (aereo di sesta generazione), e ha un ruolo chiave in Thales Alenia Space, società impegnata nello sviluppo di satelliti per comunicazioni sicure e osservazione della Terra.
Nel settore elicotteri, Leonardo continua a guidare con i modelli AW139 e AW169, di cui nuovi ordini sono arrivati da Austria e Polonia. Sul fronte navale, in sinergia con Fincantieri, il gruppo fornisce i sistemi di combattimento e sensoristica avanzata per le fregate classe FREMM e PPA della Marina italiana.
I ricavi 2025 ammontano a circa €18,6 miliardi, con un EBITA di €1,6 miliardi e un flusso di cassa operativo vicino al miliardo di euro. Leonardo si distingue per la capacità di unire elettronica, spazio e aeronautica, posizionandosi come integratore di sistemi complessi.
Fincantieri si conferma uno dei principali poli europei della cantieristica militare. Nel 2025, il gruppo ha visto crescere i ricavi del 24% e l’EBITDA del 45%, grazie alla forte domanda nel segmento difesa e subacqueo.
Tra le commesse principali figurano:
- Il programma per la costruzione di nuove fregate PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura) per la Marina Militare italiana.
- La fornitura di sottomarini U212 NFS, in collaborazione con la tedesca Thyssenkrupp Marine Systems.
- Il contratto per la progettazione e costruzione di unità navali anfibie multiruolo per la Marina indonesiana.
- La partecipazione al programma EPC (European Patrol Corvette), che riunisce Italia, Francia, Spagna e Grecia sotto l’egida della Commissione Europea.
Con un portafoglio ordini di oltre €38 miliardi, Fincantieri si posiziona come hub centrale della cantieristica militare europea. Il piano industriale al 2029 prevede l’incremento del margine operativo al 9% e una maggiore cooperazione con Leonardo per la digitalizzazione dei sistemi di bordo e la costruzione di flotte modulari.
“I signori della guerra” rappresentano oggi la nuova architettura industriale della difesa europea. La spinta del ReArm Europe ha trasformato un comparto frammentato in un sistema coordinato di eccellenze nazionali.
Le aziende analizzate — Rheinmetall, BAE Systems, Leonardo e Fincantieri — incarnano l’avanguardia di questa trasformazione, con risultati già tangibili e prospettive di crescita sostenute almeno fino al 2030.
Il riarmo europeo, lungi dall’essere un fenomeno congiunturale, è ormai un progetto strutturale: una scommessa economica, industriale e strategica sulla sovranità dell’Europa che sancisce la nascita di un nuovo ciclo industriale, dove tecnologia, capitale e geopolitica si fondono in un’unica traiettoria di potere e profitto.
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